È difficile scrivere qualcosa su Fabio senza entrare sul personale, restando su un piano puramente professionale. È difficile almeno per me, per chi lo ha conosciuto per 15 anni, ascoltandolo, lavorandoci assieme, confrontandomi con lui.
Non credo riuscirò a farlo e in fondo mi va bene così.
Fabio lo considero una delle menti più lucide con cui mi sia trovato a lavorare in questo nostro mondo, una delle persone più preparate, intelligenti, mai banali con cui mi sia confrontato.
Non ricordo una volta in cui si sia negato, in cui mi abbia detto non ti posso aiutare, non so che farti, risolvitela da solo.
Il suo nome non lo troverete sotto molti documenti o sotto testi importanti, eppure un buon 60% di quello che l’archeologia italiana ha fatto e detto in questi ultimi 20 anni lo si deve a lui, a un suo gesto, a una sua intuizione.
Se ancora abbiamo l’archeologia preventiva nel codice degli appalti lo dobbiamo a lui, a lui che senza metterci il nome coinvolse la nostra associazione e qualcun’altra e scrisse a chi stava redigendo quel codice, spingendo perché includesse anche questa importante conquista degli archeologi e perché essa non finisse nell’inutile calderone del Codice dei Beni Culturali, come pure l’ufficio legislativo del Mibact avrebbe voluto. Ecco, queste cose non le troverete scritte da nessuna parte, da nessuna parte troverete il nome di chi ha avuto l’intuizione, che consente ancora oggi agli archeologi di lavorare in quell’ambito. Sappiate che lo dovete a lui.
Le telefonate con lui potevano durare ore, a volte mi perdevo nei ragionamenti e nei riferimenti a cose di cui lui era esperto e che condivideva volentieri con gli altri.
Ci mancherà davvero, come manca un collega, ma soprattutto un amico generoso e sempre sorridente.
Il nostro abbraccio va a Susanna e alla loro figlia, alla famiglia di Coop Archeologia e di Legacoop.
Ciao Fabiè!
Fabio Faggella 1958 – 2019