Dopo la Direzione Generale per l’Archeologia un altro incarico di grande rilevanza scientifica e internazionale come la Soprintendenza Archeologica di Roma viene affidato ad un professionista che non è un archeologo. Per quanto formalmente le due nomine siano ineccepibili per l’alto profilo professionale e per l’esperienza dei due dirigenti, la Confederazione Italiana Archeologi, sul piano politico, esprime preoccupazione per il ruolo e l’influenza che sembrano aver assunto gli archeologi nel MiBACT.
“Anche se la Politica – afferma il Presidente Alessandro Pintucci – non perde occasione per proclamare al mondo intero l’inarrivabile valore del nostro patrimonio archeologico, non si tengono in alcun conto i professionisti che, dentro e fuori le Istituzioni, si formano e si adoperano quotidianamente per garantirne la conoscenza, la tutela e la valorizzazione.“
“Invece che farsi garante del rispetto di tutte le professionalità operanti nel settore dei Beni Culturali, – continua Alessandro Pintucci – sembra che il MiBACT preferisca far prevalere ragioni formali e burocratiche piuttosto che competenze scientifiche e formazione specialistica.”
La consapevolezza della debolezza di queste scelte è confermata dalla nomina di due insigni archeologi nel CdA della Soprintendenza di Roma, che dovranno evidentemente compensare quel bagaglio di competenze tecniche e scientifiche che sono necessarie per tutelare e valorizzare il patrimonio archeologico di Roma.
Purtroppo si avvera ciò che da anni denunciamo, cioè l’impossibilità di dare il giusto ricambio generazionale nei ruoli di responsabilità del Mibact a causa della mancanza di concorsi che abbiano una cadenza meno che ventennale.
Lascia inoltre basiti che le scelte del MiBACT sconfessino il lungo e faticoso percorso che ha condotto all’approvazione della Legge Madia-Ghizzoni-Orfini per il riconoscimento dei professionisti dei Beni Culturali.
Ai due nuovi dirigenti facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, al Ministro Franceschini chiediamo un chiarimento sulle ragioni delle sue scelte e un impegno a provvedere il prima possibile all’emanazione del regolamento attuativo della legge 110/2014, in modo che il riconoscimento dei professionisti dei Beni Culturali non sia più solo formale, ma si applichi concretamente nel rispetto delle competenze da parte delle Istituzioni e nello svolgimento quotidiano della professione.