22.05.2013 – IL MINISTERO RIPRISTINI I FONDI PER L’OPAC

La Confederazione Italiana Archeologi esprime profonda preoccupazione per gli ulteriori tagli apportati al bilancio dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico, a cui compete, oltre a numerose altre funzioni, la gestione e l’implementazione dell’OPAC SBN.

Il Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale è un motore di ricerca open source, a cui sono collegate migliaia di biblioteche italiane, nazionali, di università, regioni e di istituti stranieri attivi in Italia, con oltre 2,5 milioni di utenti ogni anno.

Opac – dichiara il Alessandro Pintucci, Presidente della Confederazione Italiana Archeologi – è uno strumento indispensabile per lo svolgimento della ricerca in archeologia, che velocizza i tempi di reperimento dei testi, ed è un veicolo di diffusione della conoscenza straordinario, grazie alla rete capillare di biblioteche che ne sono parte. Gli utenti OPAC non sono solo studenti e ricercatori italiani, ma studiosi di tutto il mondo che, in particolare nel settore antichistico, riconoscono ancora l’eccellenza del sistema di biblioteche e archivi italiano e trascorrono lunghi periodi di studio nel nostro Paese.

La Confederazione Italia Archeologi chiede al Governo di mantenere l’impegno assunto dal Presidente on. Enrico Letta affinché la Cultura e la Ricerca non subiscano ulteriori tagli di fondi strutturali, che, come nel caso dell’ICCU, metterebbero a serio rischio la sopravvivenza stessa di istituti che forniscono importanti servizi alla cittadinanza e a ricercatori di tutto il mondo.

La Confederazione Italia Archeologi chiede, inoltre, un intervento urgente del Ministro Bray affinché si adoperi per una seria e reale razionalizzazione delle spese del MiBAC, grazie alla quale, magari rinunciando a qualche consulenza d’oro, si possano salvare istituti che operano per la conoscenza del nostro patrimonio e la diffusione della nostra cultura.