Avviate le assunzioni dei nuovi archeologi a Pompei
La Confederazione Italiana Archeologi accoglie con grande favore l’esclusione del Mibac dai tagli di personale imposti dalla manovra finanziaria del governo Monti, che ha permesso l’assunzione degli idonei dei concorsi da assistenti e funzionari archeologi. Tra questi ultimi, un numero cospicuo presterà servizio nell’area archeologica di Pompei, il cui patrimonio è sempre più a rischio per la necessità di costanti monitoraggi e interventi di conservazione e restauro.
Continuano, però, a destare profondi dubbi i criteri con cui tali assunzioni sono state effettuate.
“Quello dei funzionari archeologi del Mibac – dichiara il Presidente Giorgia Leoni – è un concorso nato nel caos di requisiti di ammissione mai visti prima per il livello bandito, quiz del tutto folli per verificare la professionalità dei candidati, distribuzione dei posti nelle regioni che ha tagliato completamente il centro-sud, ignorando situazioni emergenziali.”
“Abbiamo chiesto più volte al Ministero – continua il Presidente Leoni – di chiarire i criteri logici e funzionali, se ve ne fossero, alla base di questo concorso e le risposte ricevute sono sempre state vaghe e non esaustive. Almeno va riconosciuta al Mibac la coerenza di continuare a seguire criteri incomprensibili ai più: i risultati di un concorso regionale si trasformano in una graduatoria nazionale, che però non viene rispettata al momento dell’assunzione!”
La Confederazione Italiana Archeologi chiede al Mibac di fare chiarezza sulle procedure e i criteri in base ai quali gli idonei sono stati assunti e assegnati a Pompei. Dal momento che la graduatoria del concorso resta valida e il Mibac ha mandato politico per procedere all’assorbimento di tutti gli idonei è bene definire e rendere pubbliche subito le esigenze e le intenzioni del Ministero. L’assurda distribuzione territoriale dei posti messi a concorso ha prodotto regioni in cui ormai gli archeologi sono a sufficienza e realtà completamente abbandonate a se stesse, e sarebbe davvero troppo facile citare regioni come Abruzzo, Basilicata, Lazio o Calabria. E non sarebbe neanche corretto utilizzare la graduatoria degli idonei per andare a compensare l’inefficienza del bando e le emergenze delle soprintendenze archeologiche.
Visto che il Ministero ne ha facoltà politica ed economica, la Confederazione Italiana Archeologi chiede che venga bandito presto un nuovo concorso da funzionario archeologo per le regioni escluse dal precedente, stabilendo criteri di selezione funzionali alla effettiva verifica delle competenze e delle professionalità dei candidati.
Continuano, però, a destare profondi dubbi i criteri con cui tali assunzioni sono state effettuate.
“Quello dei funzionari archeologi del Mibac – dichiara il Presidente Giorgia Leoni – è un concorso nato nel caos di requisiti di ammissione mai visti prima per il livello bandito, quiz del tutto folli per verificare la professionalità dei candidati, distribuzione dei posti nelle regioni che ha tagliato completamente il centro-sud, ignorando situazioni emergenziali.”
“Abbiamo chiesto più volte al Ministero – continua il Presidente Leoni – di chiarire i criteri logici e funzionali, se ve ne fossero, alla base di questo concorso e le risposte ricevute sono sempre state vaghe e non esaustive. Almeno va riconosciuta al Mibac la coerenza di continuare a seguire criteri incomprensibili ai più: i risultati di un concorso regionale si trasformano in una graduatoria nazionale, che però non viene rispettata al momento dell’assunzione!”
La Confederazione Italiana Archeologi chiede al Mibac di fare chiarezza sulle procedure e i criteri in base ai quali gli idonei sono stati assunti e assegnati a Pompei. Dal momento che la graduatoria del concorso resta valida e il Mibac ha mandato politico per procedere all’assorbimento di tutti gli idonei è bene definire e rendere pubbliche subito le esigenze e le intenzioni del Ministero. L’assurda distribuzione territoriale dei posti messi a concorso ha prodotto regioni in cui ormai gli archeologi sono a sufficienza e realtà completamente abbandonate a se stesse, e sarebbe davvero troppo facile citare regioni come Abruzzo, Basilicata, Lazio o Calabria. E non sarebbe neanche corretto utilizzare la graduatoria degli idonei per andare a compensare l’inefficienza del bando e le emergenze delle soprintendenze archeologiche.
Visto che il Ministero ne ha facoltà politica ed economica, la Confederazione Italiana Archeologi chiede che venga bandito presto un nuovo concorso da funzionario archeologo per le regioni escluse dal precedente, stabilendo criteri di selezione funzionali alla effettiva verifica delle competenze e delle professionalità dei candidati.