Emendamento alla Finanziaria propone il condono della detenzione di beni archeologici
La Confederazione Italiana Archeologi è entrata in possesso della bozza dell’emendamento alla Finanziaria 2010 dal titolo “Disposizioni in materia di emersione e catalogazione dei beni archeologici, nonché revisione delle sanzioni penali”, di cui non si conosce il nome del relatore.
L’emendamento contiene una proposta di sanatoria per chi detiene “beni mobili di interesse archeologico e paleontologico” a fronte del pagamento allo Stato di una “somma pari ad un terzo del valore pecuniario” del bene.
“E’ molto grave – ha dichiarato il Presidente Giorgia Leoni – che ancora una volta ci siano membri del Parlamento che propongono una sanatoria per chi detiene materiale archeologico, depenalizzando uno dei reati più diffusi e combattuti nel nostro paese. Non è accettabile che per affrontare le difficoltà economiche del Paese si intenda fare cassa con i ricavi di multe che sanerebbero detenzioni illecite di materiale archeologico.”
Il testo costituisce un sopruso nei confronti dello Stato e dei cittadini italiani che dei Beni archeologici sono i veri proprietari e un’offesa alle migliaia di membri delle Forze dell’Ordine, tecnici delle Soprintendenze e archeologi liberi professionisti che quotidianamente operano per la lotta ai traffici clandestini di beni, per la tutela del nostro patrimonio e per il controllo capillare del nostro territorio.
“L’emendamento prevede che a schedare e catalogare i beni da sanare siano chiamati gli archeologi professionisti iscritti all’ormai fantomatico elenco che il Ministero dovrebbe predisporre per i lavori legati all’archeologia preventiva, ma che evidentemente rischia di diventare un albo di fatto. Sarebbe surreale – prosegue il Presidente Giorgia Leoni – se l’elenco, primo parziale tentativo di normare la nostra professione, fosse utilizzato per la prima volta per sanare un reato contro il patrimonio archeologico al cui studio, tutela e diffusione della conoscenza gli archeologi dedicano la propria vita.”
La Confederazione Italiana Archeologi chiede al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio e a tutte le forze politiche, di Governo e di opposizione, di adoperarsi affinché l’emendamento non venga presentato né venga inserito nel Maxiemendamento alla Finanziaria e si eviti la sanatoria di reati contro il patrimonio archeologico del nostro paese.