La Confederazione Italiana Archeologi, in riferimento alle accese polemiche suscitate dalla vertenza incorso tra una nota società archeologica trentina e alcuni archeologi suoi ex dipendenti, ribadisce la ferma convinzione che sia necessario applicare il Contratto Nazionale dell’Edilizia nel settore archeologico.
“La Confederazione da anni si impegna – afferma Giorgia Leoni – affinché gli archeologi italiani trovino nelle istituzioni il riconoscimento e la tutela della professionalità che in altri paesi europei sono realtà da anni. Nel contesto del nostro paese l’unico punto fermo è la presenza nel Contratto dell’Edilizia, accanto ad architetti, ingegneri e geometri, degli archeologi, inquadrati secondo mansioni e tre livelli retributivi distinti.”
L’applicazione di altre tipologie contrattuali, quale ad esempio il contratto degli Studi Professionali, che la società trentina in questione sembra aver applicato ai propri collaboratori archeologi, non solo prevede salari molto più bassi dei corrispettivi del comparto edile, ma si riferisce a categorie che solo saltuariamente svolgono la loro attività in cantiere, presentando forti incongruenze con il lavoro che quotidianamente gli archeologi svolgono.
“Rispettare ed applicare, ovunque ce ne siano le condizioni, il Contratto dell’Edilizia – prosegue Giorgia Leoni – significa garantire, dal punto di vista economico e professionale, i diritti e la sicurezza sul lavoro per molti professionisti. E’ ora di smascherare l’ipocrisia di contratti in cui gli archeologi compaiono come consulenti scientifici, come se lavorassero nei cantieri solo saltuariamente, mentre la loro presenza non solo è necessaria ma è di fatto obbligata quotidianamente per 9 ore al giorno.”
La Confederazione Italiana Archeologi chiede al Presidente e all’Assessore alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento insieme alla Soprintendenza, diretta emanazione del Governo Provinciale, di convocare al più presto un tavolo che coinvolga tutti gli archeologi che operano in Trentino, i sindacati, le associazioni professionali degli archeologi e quelle del comparto edile al fine di verificare le realtà lavorative degli archeologi trentini e affrontare con un’ottica di sistema la condizione in cui versa l’archeologia in questa zona.
A settembre in Trentino si riuniranno archeologi provenienti da tutta Europa per l’incontro annuale dell’European Associations of Archeologists. I colleghi europei troveranno una Provincia che, da una parte rivendica giustamente il proprio ruolo nel dibattito archeologico, e dall’altra, di fatto, rinnega l’archeologia, avendo solo pochi mesi fa soppresso la Soprintendenza Archeologica e negando agli archeologi che vi operano i più elementari diritti, che, solo qualche chilometro più in là, in Alto Adige, sembrano rigorosamente rispettati.